Abbey Road

martedì 16 febbraio 2010 di Giangiacomo

Stasera sono un po' "allegro" (devo dire molto in senso lato...).
Qualche brindisi in più e mi pare persino più facile sopportare gli ospiti alla destra di Floris (grande ma normale "italiano" assaipiùchemedio: vi consiglio di vedere il suo intervento di domenica scorsa da Fazio)!
Oggi abbiamo festeggiato un compleanno e augurato pure un grosso "in bocca al lupo" alla mia piccola primogenita di casa che, fresca di laurea, comincerà tra poco a scalare il percorso per agguantare una delle sua grandi passioni. Vorrebbe fare la giornalista e inizia una collaborazione in tal senso. E, come si dice: se son rose, fioriranno...
Però vorrei commentare la notizia di Repubblica che annuncia, invero tristemente, la messa in vendita dei mitici studi di registrazione in Abbey Road a Londra.
Chi è della mia generazione -che io abbia più di mezzo secolo, penso lo abbiate ormai capito- non può non aver fantasticato guardando la foto di copertina del disco dei Beatles.
Io ricordo di averlo fatto per ore e ore, in piena ipnosi pindarica adolescenziale...
Guardando questa immagine, credo che abbiamo tutti sognato Londra e le sue strane e sgraziate anglosassoni automobili. Quando i nostri orizzonti non andavano oltre la via sotto casa e non superavano lo spazio visibile dalla finestra di scuola.
Oppure ancora, l'ormai affermata grandezza di questi quattro comunque giovani ragazzi e l'apparente differenza dei loro stili, che era poi ciò che li ha sempre resi unici, visibile anche nel loro abbigliamento (jeans, abito informale, bianco, nero, ecc.) quando qui c'era ancora qualche lieve riluttanza verso chi portava i capelli lunghi.
E chi si ricorda che questa era una delle immagini che era, secondo taluni, l'ennesima conferma che Paul McCartney fosse morto?
Si farneticava infatti che doveva esserlo perché era l'unico dei quattro a piedi nudi o anche perché la targa del maggiolino sullo sfondo era una sorta di messaggio in codice...
Ma, Beatles a parte, anche i leggendari Pink Floyd hanno utilizzato gli studi per la realizzazione di un album simbolo degli anni settanta. Cioè Dark Side of the Moon, che fu un altro grande strumento di estraneazione "legale" dalla realtà, in quell'ultima porzione di un'epoca psichedelica!
Non ero a conoscenza però che negli studi di Abbey Road avessero suonato anche gli Radiohead che, se mi permettete, sono anch'essi recentemente entrati nel mio cuore!
Peccato quindi. E' un altro simbolo di un'epoca ormai lontana che va scomparendo.
Ma non voglio chiudere una bella serata in modo nostalgico. Anche se la mia temporanea allegria sta classicamente scemando verso un epilogo meno euforico.
E questo credo sia un buon motivo per andare a nanna...
  1. Auguroni a tua figlia e un abbraccio a te.

    PS Floris non mi piace. E' proprio un italianopiuchemedio.

  2. @Artemisia
    Ti diro', nemmeno a me piaceva prima. Proprio per il motivo che tu dici.
    Ma ultimamente (dalla telefonata in diretta di s.b.) l'ho parecchio rivalutato.
    Mi piace il modo in cui reagisce. E un buon esempio, molto accorato, l'ha fornito da Fazio.

    P.S.: Stella ringrazia... =)

  3. che tristezza la storia di Abbey Road; quelli della tua generazione (ed io lo sono!) non possono non ripensare a quegli studi come qualcosa legato ad un'età d'oro, davvero irripetibile!

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