Viaggiare in solitudine?

venerdì 5 febbraio 2010 di Giangiacomo

Il caro Alessandro (per la cronaca unodicinque) ha commentato il mio post di giovedì, definendo estremo quanto esposto nell'articolo di Repubblica di Ilvo Diamanti.
In realtà volevo in qualche modo ironizzare sull'iPod, terminando una mia terna di post sui prodotti Apple, anche ironizzando sul malcostume e sulle "cattivissime" abitudini da viaggio di taluni.
Non so chi tra i due abbia più ragione ma, per la mia personale esperienza credo che il sociologo di Repubblica abbia senza dubbio qualche argomento in più.
Come me, unodicinque è abituato a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno. Però anch'io viaggio ormai spesso per lavoro e le mie esperienze in questo senso sono, purtroppo, per lo più riferibili ai telefoni urlanti e urlati e alla maleducazione dilagante causata dalla totale assenza di regole da "galateo da viaggio".
E, cercando un improbabile contrappasso, ben poche sono quelle esperienze umane da annoverare nei miei ricordi. Anche se queste poche sono da considerarsi certo interessanti e per questo, comunque, dispensatrici di un minimo arricchimento interiore.
Ma prendendo anche quattro aerei in un giorno, avrei da raccontare per esempio di quei tizi con l'iPod sparato a palla nelle orecchie che, oltre a darti quel fastidio fisico causato dalle altissime frequenza sbordanti dalle cuffie, ti mandano a quel paese se gli fai notare che gli assistenti di volo hanno richiesto di spegnere tutte le apparecchiature elettroniche. Anche se la richiesta è indirizzata alla salvaguardia di tutti, loro compresi.
Oppure di quelli che trovi seduti al tuo posto i quali, alla tua richiesta di poterti accomodare nella poltrona a te assegnata, ti chiedono che differenza ci sarà mai tra il sedersi in quinta o in trentesima fila...
O ancora chi sale in aereo con un'impossibile quantità di bagagli, pacchi, pacchetti e quant'altro poi ti costringe a mettere la tua piccola borsa sotto i piedi o, peggio ancora, nella cappelliera in fondo all'aereo.
E come non parlare dei numerosissimi telefonini riaccesi non appena le ruote dell'aereo hanno toccato terra o delle file non rispettate per l'inutile corsa ad arrivare per primi alla scaletta!
O, per concludere, come non parlare dell'ultima "avventura" capitatami quando pensavo che non potesse accadermi più nulla di nuovo. Cioè quando lo scorso venerdì, scendendo dall'aereo non ho trovato la mia valigetta nella cappelliera, dove l'avevo sistemata in partenza.
Credo possiate immaginare quella sensazione mista di rabbia e fastidio per l'ipotetica perdita del computer e di documenti aziendali, oltre all'imbarazzo di dover quasi gridare "al ladro" verso qualcuno che era ancora sicuramente a bordo.
Anche in questo caso, l'origine di tutto ciò è stata la miope maleducazione di un innocuo gesto. Infatti la mia valigia era stata presa per sbaglio da un tizio che, ovviamente, una volta scesa l'ha poi lasciata per terra tra i sedili.
Come pensate che abbia reagito alle mie rimostranze e al fatto che gli rimproverassi di non aver rimesso la valigetta dove stava prima che la prendesse?
Fate un po' voi, anche se non penso sia difficile...
  1. Si, come dici tu , sono un inguaribile ottimista. Ma certamente hai molte ragioni nel sottolineare il dilagante del malcostume che, volendo, potremmo definire con un'unica parola : maleducazione.In senso lato ovviamente, cioè un'educazione che non tiene in minimamente l'altro ma antepone un ipertrofico se stesso, titolare di ogni diritto.
    Io riesco ancora ad arrabbiarmi per una carta gettata a terra, mi indigna la noncuranza con cui si fanno certi gesti.

  2. Ci vogliamo mettere anche il treno regionale che ho preso ieri mattina pieno di cicche e con l'aria impregnata di fumo?
    Ha ragione 1di5: si puo' riassumere tutto nella parola maleducazione.
    Il post di Diamanti pero' parlava di un'altra cosa e cioe' della tendenza ad isolarsi. Quella devo ammettere che la capisco (senza recare disturbo, ovviamente).

  3. io proprio non capisco: se decidi di infilarti le cuffiette nelle orecchie é perché non vuoi disturbare gli altri e vuoi tenerti tutta la musica per te, giusto? allora perché spararla a palla? tanto vale camminare con una radiolina poggiata sulla spalla, attaccata all'orecchio, no? Sai, non credo che sia una questione di maleducazione, ma di moda. è di moda avere l'ipod, una moda metterlo a volume alto, una moda avere il cellulare con tante funzioni assolutamente inutili, una moda, o ofrse una necessitá di dimostrare agli altri che non sei solo, ad accendere subito il telefono subito dopo l'atteraggio

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